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Caterina Stangherlin

Caterina Stangherlin. passione, valori, traguardi e obiettivi della campionessa del mondo Kata 2024

CATERINA STANGHERLIN. PASSIONE, VALORI, TRAGUARDI E OBIETTIVI DELLA CAMPIONESSA DEL MONDO KATA 2024

Caterina Stangherlin, classe 2007, è una 18enne di Scorzè che frequenta il quinto anno di scienze umane a Treviso. Spinta dalla mamma, convinta che da figlia unica dovesse “fare un po' di nervo” confrontandosi con altri bambini, nella vita si è dedicata al Kickboxing per finire alle arti marziali del Kata, passando per il Karate. È l'atleta della A.S.D. Karate Salzano, che nel mese di ottobre 2024 a Buenos Aires si è laureata Campionessa Mondiale Juniores Rengokai, a raccontarci la passione, i valori, i traguardi e gli obiettivi di sport e di vita.

Una vita abbastanza tranquilla e il futuro

« La mia vita è abbastanza tranquilla e a scuola sono sempre andata bene. Mi piace studiare, anche se non sono una ragazza fissata con lo studio. Dopo la maturità ho intenzione di proseguire gli studi e, anche se non so ancora esattamente cosa farò, son sicura che la scelta riguarderà i miei attuali studi umanistici e la psicologia. Ho sempre conciliato bene scuola e sport e, scegliendo di continuare a studiare vicino a casa, nonostante mi ispiri allontanarmi un po', potrei comunque continuare ad allenarmi in palestra. Non nego il fatto di aver pensato di entrare a far parte di un corpo militare per poter fare della mia passione un lavoro. Praticare lo sport che mi piace per lavoro sarebbe bellissimo. È importante ed è il sogno di tutti in Nazionale. Cambiare sarebbe bello anche se mi dispiacerebbe lasciare la mia palestra... In fondo sto studiando anche per fare qualcosa di diverso dallo sport nella mia vita e mi piacerebbe tanto fare la psicologa sportiva. Questo tipo di supporto è sempre stato sottovalutato negli anni, invece adesso questa figura è diventata importantissima. »

La Storia

« La mia passione per la “lotta” è nata casualmente da una spinta di mamma che preferì farmi accantonare il desiderio di fare danza, convinta che avessi bisogno di “fare un po' di nervo”, visti la mia delicatezza ed il fatto che il mio essere figlia unica non mi dava modo di scontrarmi in casa con un altro fratello. Mi iscrisse così, aggregandomi a un amichetto di un anno più grande di me. »

Il Kata dopo il Karate e il Kickboxing

« Il Kata e il Kumite sono le discipline in cui si distingue il Karate. Il secondo è il combattimento con il contatto fisico, mentre il primo è quel che faccio io. Si tratta di una sequenza di tecniche applicabili nel combattimento, ma che in questa disciplina vengono esclusivamente messe in mostra individualmente oppure in squadra. Il Kata è infatti una sorta di esibizione del combattimento durante la quale devi rispettare determinati tempi e tecniche, assumendo specifiche posizioni alle quali abbinare il cosiddetto “bunkai”, cioè la respirazione, il giro d'anca, il giro della testa e contemporaneamente ai “chiai”, gli urli fatti proprio per scaricare la tensione che danno anche più espressività all'intera esibizione. Ora mi dedico esclusivamente al Kata, ma mi avvicinai al Karate dopo essermi dedicata per tre anni al Kickboxing che iniziai a praticare per gioco in una palestra di Scorzè all'età di 5 anni. Fu per l'eleganza dei miei movimenti che il mio allenatore Marco mi spinse a passare dal Kickboxing al Karate iniziando dallo stile più famoso, lo “Shotokan”, e fu la passione a farmi continuare nella palestra di Salzano dove passai prima allo stile “Goju” e poi al “Kata”. »

L'ambiente in palestra ed il maestro “top”

« La palestra per me è come se fosse una seconda famiglia: c'è un bel clima e tra compagni ci troviamo anche fuori. I più grandi vengono persino ai nostri diciottesimi. Merito e valore aggiunto di tutto ciò è il nostro maestro “Top”. Si chiama Graziano Masiero, è di Salzano e, oltre ad essere nonno, lo fa un po' a tutti noi. É proprio una bella persona, ci capisce e ci supporta non solo dal punto di vista sportivo, infatti tiene a cuore il nostro andamento scolastico e ci chiede sempre come va. Non c'è da parte sua la pressione della vittoria a tutti i costi, dei numeri e delle medaglie; ci capisce veramente e ha persino portato una mia compagna all'altare quando si è sposata. »

Dalle prime gare ai livelli più alti

« Partecipai alle prime gare da piccola, andando sempre bene. Dalle medie poi le competizioni divennero man mano più importanti fino ad arrivare a quelle nazionali alle quali partecipai durante la pandemia da covid-19. Nell'ottobre 2022 partecipai da “secondina” (non ero della Nazionale) ai Campionati del mondo di Caorle classificandomi al terzo posto di categoria, un anno dopo vestii per la prima volta la maglia azzurra agli Europei di Nove Mesto in Slovenia, dove vinsi l'oro Kata juniores e, due anni dopo - a ottobre 2024 - vinsi il titolo mondiale della categoria Juniores Rengokai a Buenos Aires in Argentina. »

L'oro europeo di nove Mesto 2023 all'esordio azzurro

« Al Campionato europeo di Nove Mesto in Slovenia partecipammo in tre atleti della palestra di Salzano: io e due esperti di Nazionale: il mio punto di riferimento Eleonora Coletto, capitano della Nazionale, e Filippo Bolgan. Non avevo mai avuto così tanta ansia come il giorno della gara... in quel palazzetto c'era in palio un titolo europeo ed io per la prima volta rappresentavo la mia Italia! Finì con me in cima ad un podio tutto italiano e l'Italia arrivò prima nel medagliere della rassegna. Fu meraviglioso rendersi conto che il mio risultato faceva parte di quello complessivamente ottenuto dal nostro Paese. A ogni stagione che finisce si ricomincia da zero e così, carica, dopo l'esperienza slovena, ricominciai con le gare nazionali. »

Poi un 2024 di alti e bassi e di nuovo la nazionale

« Nelle gare di qualificazione dopo l'Europeo, nonostante io fossi concentrata sull'obiettivo di entrare di nuovo in Nazionale, ero giù fisicamente ed essere in confidenza con gli atleti che ormai incontravo sempre un po' mi distraeva. In più ebbi paura non riuscirci per il dover conciliare lo sport e gli impegni scolastici del terzo anno di scuola superiore. Avrei potuto perdere una grande occasione, ma fu davvero grande la spinta degli obiettivi di riavere e di indossare di nuovo la divisa della Nazionale, magari vincendo il Mondiale, visitando oltretutto un posto che probabilmente nella vita non avrei mai visto, al punto che alla fine entrai e tutto ricominciò. »

L'oro modiale

« Partimmo in bus da Mestre raggiungendo Roma, dove prendemmo il volo di 14 ore per Buenos Aires, una città poverissima ed in crisi purtroppo. Lo si vide anche dalle condizioni del palazzetto dove si svolsero le gare. In tutta la città c'erano striscioni di protesta. Ero molto ansiosa per la gara e mi sentii proprio sola nella fase di preparazione, infatti i miei genitori non erano venuti con noi e nel palazzetto consentirono l'ingresso ai soli atleti del Kata. Io e la capitana Eleonora ci supportammo a vicenda. La sfida fu contro una mia amica di Padova con la quale normalmente ci scambiavamo il primo posto e alle Regionali vinceva sempre lei. Quando misi i piedi sul Tatami ero preoccupata e non ero convinta di vincere, ma alla fine vinsi per 5 Kata a 1 e ripensandoci mi viene ancora la pelle d'oca. Non saprei descrivere l'emozione che provai. Finché non vedi le bandierine alzate ed i colori, muori dentro, tra l'ansia, la tensione, la fatica e la stanchezza per mantenere le posizioni di ogni Kata per almeno 4-5 minuti. Fino all'ultimo davvero non respiri, devi avere sempre lucidità, non perdere il ritmo perché se lo abbassi è la fine. Quando vidi le bandierine ebbi un picco di felicità. Fu stupendo, inaspettato e crollai in un pianto liberatorio. Morsi persino la medaglia lasciandoci il segno. Nella mia vita ho vinto un Mondiale e ancora adesso io non me ne rendo conto! »

Tra insoddisfazione e fair play

« Tranne che per le due vittorie più importanti ai mondiali e agli europei, posso dire di non essere mai contenta di me stessa e se arrivo prima ho sempre qualcosa da dire. Una cosa bella che posso dire mi appartenga è la sana rivalità. Mi sono sempre congratulata con tutti, ho sempre seguito i valori del fair play e se Dora, la mia avversaria nella finale mondiale, avesse vinto sarei stata contenta. Certo è facile essere sportivi quando si vince, ma credo che sia fondamentale il rispetto dell'avversario proprio per le emozioni che comporta una sconfitta. »

In nazionale è tutto un altro mondo

« Nel 2023 entrai nella Nazionale dopo aver fatto una serie di gare in un anno sportivo molto positivo e non avevo idea di che cosa potesse essere farne parte. Mi ricordo perfettamente il momento in cui mi consegnarono la divisa e quando la indossai per la prima volta fu davvero molto emozionante, al punto di non volerla più togliere. Quando entri in Nazionale è tutto un altro mondo! Prima vedi tutti come degli sfidanti e hai confidenza solo con i tuoi compagni di palestra, poi invece ti trovi a dover fare gruppo proprio con coloro che consideravi avversari. Tifi “Italia” ed instauri rapporti con degli sconosciuti che ti capiscono più degli altri perché fanno il tuo sport. In Nazionale mi sono fatta un gruppo di amici. »

Il salto nella categoria 18 - 40

« Ora sono al primo anno della categoria 18 - 40, la più forte di tutta la Federazione e, considerando esperienza ed età delle atlete con cui mi confronto, me la sono cavata veramente bene. Serviranno ancora un po' di anni per rientrare nuovamente nella Nazionale, ma sono contenta dei risultati che ho ottenuto finora che, per certi versi, non mi sarei mai aspettata. Negli anni non ho mai puntato alla vittoria a tutti i costi e ho sempre cercato di fare al meglio quello che volevo fare e quello che mi piaceva fare. »

I prossimi obiettivi

« Il prossimo obiettivo è quindi quello di migliorarmi arrivando al secondo posto nella categoria, non terza. Se riuscirò, farò Kata anche a 70 anni e se deciderò di smettere di gareggiare, lo farò comunque come hobby. Quest'anno poi partirò per la Polonia e l'anno prossimo sarò in Russia... è bello fare sport viaggiando per il mondo. »

di A. Calzavara e I. Milanese


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